
Il Film-Documentario di Billie Eilish è un inno per un’intera generazione. Profondo ed estremamente complesso in tutte le sue sfaccettature
È quel tipo di prodotto capace di far comprendere cosa si nasconde dietro la fama, dietro una vita fragile e sofferta.
The World’s A Little Blurry arriva su Apple TV+ , dopo un’attesa estenuante, con una forza disarmante, stregando lo spettatore per 2 ore e 20 minuti.
Al centro della vicenda c’è lei, neanche a dirlo, il fenomeno che ha conquistato il mondo negli ultimi due anni ed in questo documentario affrontiamo un viaggio lungo e bellissimo all’interno della sua vita, fatta di semplici cose, di una famiglia per bene, di un fratello esemplare, di una piccola villetta in L.A e di tanta, troppa, sofferenza interiore.
Inutile scrivere le cose che sappiamo già, come l’aver frequentato la scuola a casa, la pubblicazione in streaming della sua prima canzone, la sua passione per la danza interrotta troppo presto e la sua Sindrome di Tourette.
Anzi, della sua sindrome ne dobbiamo parlare, dobbiamo farlo perché è uno dei punti più alti dell’intero film ed anche se è una cosa risaputa, qui abbiamo la possibilità di osservarne i suoi effetti con gli occhi di uno spettatore incapace di aiutare Billie.
Sprofondiamo nella tristezza e nello sconforto quando assistiamo a queste crisi, portando il livello di empatia verso la cantante su livelli mai raggiunti.
Lo show ha un ritmo incalzante, ripercorriamo tutta la vita della Eilish, dalla sua infanzia fino ai giorni nostri, passando anche dall’infortunio al concerto di Milano.
Questo è un altro punto da toccare e sviscerare, perché quelle gambe sono troppo delicate, perché ci si stringe il cuore nel vedere Billie affrontare dolorante i suoi concerti, farsi curare nel dietro le quinte e chiedere scusa alle persone.
Delle volte si percepisce la sensazione che tutto stia scorrendo fin troppo velocemente nella vita della cantante, un peso a volte piuttosto difficile da sostenere e soprattutto…accettare.
Il tema dell’accettazione ritorna molto spesso all’interno del film, come il dover per forza parlare con le persone dell’etichetta discografica oppure lo scattare delle foto poco gradite. Ancora, l’accettazione finale sulla sua relazione con “Q” che a detta di Billie Eilish, impossibile da aggiustare, riferendosi alla personalità autodistruttiva del ragazzo.
Le emozioni, sulla storia del suo amore appena concluso, esplodono come la più potente delle bombe nell’esibizione di “I Love You” a NY. Billie sprofonda in un pianto di rabbia e delusione, mentre il letto, su cui sono seduti la cantante e suo fratello, si alza nel cielo.
Emozionante tutta la vicenda legata a Justin Bieber, incredibile poter osservare l’incontro tra i due, il dietro le quinte, le loro chiamate su FaceTime e il reciproco rispetto venutosi ad instaurare.
Catartico anche il momento in cui Billie viene a conoscenza delle Nomination ai Grammys, dove notiamo il suo interesse più per la nomination di Finneas che quelle per se stessa.
Come spettatori curiosi continuiamo nel viaggio che ci porta a vivere il giorno del diciottesimo compleanno di Billie, del conseguimento della patente, dell’auto ricevuta con un bellissimo ed enorme fiocco verde, dei tour in giro per il mondo e del rapporto straordinario con i fan.
Assistiamo anche ai discorsi, parecchio profondi, dei suoi genitori. Scopriamo l’odio di Billie per il colore rosa e comprendiamo tutto il processo creativo dietro la canzone “No Time to Die”.
Fantastica la scelta di dare ampio spazio alle canzoni, dalle registrazioni in cameretta ai concerti veri e propri.
Aleggia come un fantasma sempre presente, per tutta la durata della pellicola, la depressione come stato cronico ed esistenziale di Billie, che non lo nasconde, anzi, lo mostra ed esorcizza costantemente il mostro oscuro all’interno delle sue canzoni e nel loro processo creativo.
Brividi e senso di smarrimento quando capiamo la storia di “Listen Before I Go”, comprendendo ora, perfettamente, il senso del testo.
Questo Film-Documentario diretto da R.J. Cutler mostra davvero tutto, con assoluta fedeltà, senza strafare e senza trasformare uno dei film più attesi, nell’ennesimo prodotto per la massa.
Già, perché questo documentario non è solo per i Fan, è per quel pubblico che necessita di una storia diversa rispetto ai soliti film biografici. Non assistiamo all’ascesa di una Star che sfocia nel lusso, party esclusivi ed una vita al limite, noi assistiamo all’ascesa di una ragazza piena di insicurezze e con una vita, dietro gli schermi, per nulla cambiata.
Non è un caso che la pellicola sia stata accolta positivamente dalla critica. Sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il documentario ha ottenuto un punteggio medio di 9.7 su 10, sulla base di 63 recensioni di critici;mentre su Metacritic di 72 su 100, su 18 recensioni.
Potremmo continuare a parlarne per ore senza stancarci, perché questo film è potente, come un pugno di emozioni in pieno viso.
Siamo sicuri che i fan potranno essere soddisfatti da tutto questo materiale sviscerato all’interno della pellicola, ma siamo altrettanto sicuri che Billie, dopo questo film, si sia portata a casa nuovi sostenitori e possa aver fatto ricredere anche gli scettici.
The World’s A Little Blurry è l’ennesimo successo di una carriera sbalorditiva, un capolavoro senza tempo, complesso ed importante.
The world’s a little blurry or maybe it’s my eyes.



