
Happier Than Ever è uscito da qualche giorno, e noi, dopo aver ascoltato l’album esattamente quarantadue volte (non è uno scherzo), siamo pronti per la nostra recensione.
Dobbiamo partire con una premessa.
Non ci aspettavamo niente di uguale rispetto all’album di esordio e abbiamo decisamente liberato la mente prima di addentrarci nell’ascolto di questo piccolo, grande, gioiello.
Sì, perché Happier Than Ever con il suo disco precedente non condivide nulla, non è sua intenzione risultare una copia o un sequel di quell’album capolavoro (recensione di When We All Fall Asleep, Where Do We Go?)
Happier Than Ever è bello, estremamente bello sia testualmente sia a livello sonoro. Ascoltando l’album riusciamo benissimo a comprendere come i due fratelli (Billie e Finneas) siano cresciuti e siano alla ricerca di qualcosa di diverso, da ciò che hanno già fatto e da ciò che è presente nel Mondo.
Spoiler… ci sono riusciti!
Si tratta di un album che abbatte gli schemi classici del pop, viene influenzato da tracce hip hop, pop psichedelico, drum and bass e ballate particolari.
La stranezza da subito evidente dell’album Happier Than Ever è che le canzoni iniziano in un modo e terminano in maniera completamente diversa, per un risultato decisamente apprezzato.
L’album sostanzialmente può essere diviso in due parti. La prima inizia con uno stile più luminoso per poi passare alla seconda parte dove cadiamo di colpo nell’oscurità della mente di Billie.
Forse è proprio questo che ci vuole trasmettere la cantante dei Record. Happier Than Ever ci dice che nulla è davvero cambiato, i demoni sono ancora lì, c’è più consapevolezza, più controllo ma quella lacrima
che scende dal viso di Billie in copertina, appare come un grido silenzioso.
Ma una recensione dell’album senza l’analisi delle canzoni, non può definirsi completa.
Getting older
Quattro minuti in cui la voce di Billie è davvero pazzesca e la canzone ha un ritmo che segue un testo straordinario.
All’interno si nasconde qualcosa di cupo, un pensiero di Billie sul suo momento passato e futuro.
Aprire l’album con una canzone del genere è stata una scelta rischiosa ma decisamente riuscita. La canzone scorre fluida nelle nostre cuffie e come apertura di album non potevamo chiedere di meglio.
I didn’t change my number
Ora passiamo a una delle canzoni, personalmente, migliori dell’album. Con “I didn’t change number” Billie ci regala la perla artistica da 2 minuti e 38 secondi. Con questa canzone assistiamo davvero all’evoluzione artistica di Billie che poi si concretizzerà con tutto il resto dell’album.
La canzone ha un testo rabbioso verso una persona a cui Billie ha concesso molto in passato e il sound davvero incisivo (musicalità che può ricordare anche un inseguimento tra le vie di L.A, ma forse stiamo divagando) riesce a trasmetterci perfettamente le sensazioni, le emozioni e come ora Billie gestirà queste situazioni. Semplicemente non rispondendo al cellulare.
Billie Bossa Nova
Una delle canzoni più attese dell’album non delude le aspettative e si mostra con uno stile unico, diverso da quello a cui Billie ci ha abituati, sembra quasi una ballata più ritmica dal sapore dolceamaro. Suoni che ci accompagnano attraverso un testo che Billie non ritiene sentimentale ma ha tutta l’aria di esserlo nel suo essere particolare e ci scusiamo del gioco di parole.
D’altronde il segreto di questo Album potrebbe nascondersi proprio nelle sue contrapposizioni, dove una frase come “Happier Than Ever” significa qualcosa di estremamente differente.
My Future
Poi è la volta di “my future”, canzone che abbiamo già potuto ascoltare innumerevoli volte, essendo uscita diversi mesi fa. My Future è un vero e proprio gioiello e qui trovate anche la recensione del singolo.
Oxytocin
Tutti in piedi, chapeau, standing ovation, tutto ciò che vi viene in mente. Oxytocin è UNICA, una canzone incredibile, piena zeppa di doppi sensi, un testo incisivo, potente, disturbante ed eccitante.
Il sound è straordinario, ritmo martellante dall’inizio alla fine. Uno stile che unisce l’essenza di Billie, con uno sguardo alle sonorità passate e quelle future.
Impossibile non ballarla, impossibile non cantarla e impossibile scordarsi il ritornello infernale. Vi troverete a canticchiarla nella vostra mente, vi troverete a volerla ascoltare in qualsiasi momento della giornata.
Oxytocin di Billie Eilish è come dovrebbe essere una canzone in questa nostra epoca. Bravissima, Billie!
GOLDWING
Goldwing invece è la canzone più strana di tutto l’album. La partenza ricorda a tutti gli effetti una preghiera ma Billie poi sorprende con uno spiazzante cambio di ritmo e ci racconta qualcosa con tono stanco e polemico. Nella seconda parte il ritmo è veloce, fin troppo, concludendo la canzone con un “That’s good”.
Lost Cause
Uno dei singoli già sviscerati dell’album, Lost Cause racconta la fine del rapporto d’amore di Billie Eilish e lo fa con schiettezza, nessun rancore e voglia finalmente di andare avanti da una situazione che non avrebbe portato davvero a niente di speciale, anzi, sarebbe stata solo un peso da affrontare.
Billie con questa canzone ci mostra la sua forza interiore e il modo che ha acquisito nel corso del tempo nel liberarsi da relazioni tossiche e da…cause perse.
Halley’s Comet
Magia. Capolavoro. Pensateci voi a classificare Halley’s Comet, perché è straordinaria ed è una vera lettera d’amore. Se Billie con la canzone di prima si dimostrava sicura e soddisfatta per aver chiuso una relazione, qui invece notiamo tutto il lato tenero e insicuro di Billie, in una dichiarazione disarmante ed estremamente sincera.
Il suono, anche se gioca un ruolo chiave nella riuscita della canzone, potrebbe anche scomparire per un attimo, perché il testo riesce a trasportarci nella mente di Billie e per pochi secondi riusciamo a comprendere un mondo misterioso, quello dell’amore.
Not My Responsibility
Sappiamo il significato di questa “canzone”, l’avevamo già potuta ascoltare in diverse occasioni nei concerti di Billie. Lettera di ribellione, un grido potente verso un mondo di giudici insensibili, verso tutto ciò che non va bene, verso ciò che distrugge e verso ciò che vuole provocare. Un testo incisivo, accompagnato da ticchettii musicali.
Overheated
Una delle canzoni preferite dalla Community, una delle più riuscite dell’intera carriera di Billie. Overheated racconta moltissimo del periodo che attraversa Billie e lo fa con un testo criptico, veloce e indiavolato.
Il sound gioca come vuole con le nostre orecchie e invade il cervello, come una chiazza di sofferenza in continua espansione pronta a esplodere. Invece poi restiamo con il silenzio, qualcosa di incompiuto che ci rende appagati.
Everybody Dies
Brividi e lacrime. Una canzone con un significato devastante, in grado di smuoverti l’anima da ovunque lei sia nascosta. Qui c’è la vera essenza di Happier Than Ever, dove molte cose nella vita cambiano ma i pensieri
rimangono quelli.
Billie ha da raccontarci una scomoda verità e lo fa con astuzia, desolazione e con un dolore esistenziale a tratti lacerante. Il sound fa il resto ma questa canzone è un capolavoro.
“Tutti muoiono, questo è quello che dicono. Forse tra un paio di centinaia di anni troveranno un altro modo. Mi chiedo solo perché vorresti restare. Se tutti vanno, saresti ancora solo”
Your Power
Con questa canzone Billie ha davvero aperto la nuova era, e come detto dall’artista, questa è probabilmente la sua canzone preferita.
Poco da dire per questo pezzo, con una chitarra che ci trasporta nel bel mezzo del racconto, una voce che si integra in un mondo sonoro quasi angelico e un testo di spessore e di assoluta importanza.
Possiamo solo ascoltare in silenzio e applaudire alla fine della canzone. Your Power è adrenalina silenziona e lenta nelle nostre vene ed è realtà per la nostra mente.
NDA
Wow, con NDA la nostra Billie si prende tutto. Sembra di essere in un film oppure in un sogno da cui è impossibile svegliarsi. L’ambiente è oscuro e il suono disturbante si alterna con un’elettronica di spessore durante il ritornello.
Persi dopo il primo ascolto, conquistati dopo il secondo e posseduti per sempre dopo il terzo ascolto.
Qui c’è un livello musicale altissimo, come se Billie e Finneas facessero tutto questo da secoli, da sempre.
Altri applausi, altro capolavoro.
Therefore I Am
La conosciamo, l’abbiamo ascoltata milioni di volte (ormai uscita quasi un anno fa) e ne siamo rimasti colpiti per sempre. Therefore I Am è quanto di meglio si possa ascoltare da Billie. Il sound si prende gioco di noi e si palesa nella sua forza.
HAPPIER THAN EVER
Ecco, finalmente la canzone che porta il nome dell’album, oltre che essere la canzone più lunga di tutta l’album con i suoi quasi 5 minuti.
Cosa dire? Regina indiscussa di tutto l’album. Lei la canzone più bella, per stile, per significato, per i voti della community italiana, per il suo essere angelo nella prima parte e per sprofondare all’inferno nella seconda metà.
C’è Rock, incredibile ma vero. Abbiamo del sano e fot**to Rock in quest’album e davvero non possiamo che essere felici come non mai!
Happier Than Ever è una canzone che vi farà sfogare, urlare di dolore o di gioia, è sentimento allo stato puro. Rara bellezza, davvero.
Male Fantasy
L’ultima canzone di un album che lascerà il segno in futuro. Male Fantasy ha il duro compito di arrivare subito dopo la canzone migliore dell’album e di concludere lo stesso. L’impresa titanica viene compiuta con successo perché
sentiamo Billie cantare come non mai. La sua voce è pulita, sembra anche affranta, sofferente e vogliosa di un ultimo urlo che non arriva.
Cosa ci resta?
Happier Than Ever è un album speciale, sembra essere un gioiello splendente nel grande oceano della musica. Billie è immensa, più dell’oceano stesso.
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